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Escher: “Colui che cerca con curiosità scopre che questo di per sé è una meraviglia”.

Come sapete amo l’arte e oggi pomeriggio mi sono concessa una passeggiata in centro a Milano e sono andata a vedere una bellissima mostra dedicata a Maurits Escher presso Palazzo Reale.

La mostra, promossa dal Comune di Milano – Cultura, è prodotta e organizzata da Palazzo Reale di Milano, Arthemisia Group e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, in collaborazione con la Escher Foundation, ed è curata da Marco Bussagli e Federico Giudiceandrea.

Sono rimasta piacevolmente colpita perchè non sapevo moltissimo della vita di questo artista e con questa mostra ho avuto la possibilità di conoscere un uomo davvero straordinario.

La mostra raccoglie circa cento opere che conducono i visitatori nei mondi paradossali dell’artista olandese, tra metamorfosi, edifici impossibili, illusioni ottiche e visioni ipnotiche. Tutti conoscono Escher, ma forse non tutti conoscono alcuni divertenti aneddoti che lo vedono protagonista.

Escher e il percorso scolastico. Colui che oggi possiamo qualificare come il genio delle geometrie impossibili, delle costruzioni matematiche complesse, delle prospettive ardite e dei giochi ottici, non brillò come studente. La sua carriera scolastica fu praticamente un disastro, dalle elementari fino alle superiori, al punto che, bocciato per due volte, non fu neppure ammesso alla prova di maturità. L’unica materia che amava era il disegno, che fu infatti la sua scelta finale, quando, a 21 anni, dopo aver abbandonato gli studi di architettura, si dedicò totalmente alla grafica.

“Colui che cerca con curiosità scopre che questo di per sé è una meraviglia”

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Escher e i Rolling Stones. Escher negò a Mick Jagger il permesso di utilizzare una sua opera come copertina di un LP dei Rolling Stones, ammonendolo, per di più, a dargli del lei e non del tu: era il 1969, i Rolling Stones stavano pubblicando Let it Bleed e Jagger scrisse una lettera all’artista olandese per chiedere di realizzare un disegno per la copertina o di concedere l’autorizzazione ad usarne uno già esistente. La lettera del musicista era cortese e amichevole; esordiva con “Caro Maurits”. Escher rispose al manager dei Rolling Stones negando la propria collaborazione perché non avrebbe potuto accettare altri incarichi oltre gli impegni già contratti. Alla fine della lettera aggiungeva: “A proposito, la prego di dire al signor Jagger che non sono Maurits per lui, ma Molto sinceramente, M.C. Escher”.

Di Escher capisci molto da un’opera in particolare: le tre sfere. Si tratta di un’incisione molto particolare, sembra un’immagine realizzata con il computer ma non è così. La sua tecnica era davvero unica. Con questa opera l’artista sconvolge l’intero sistema di rappresentazione dello spazio tridimensionale.

“Solo coloro che tentano l’assurdo raggiungono l’impossibile”

Sicuramente di Escher si ricordano e riconoscono alcune opere in particolare, come quella che vedete riportata di seguito.

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Eppure attraverso la mostra si riesce a capire e comprendere nel profondo chi era l’uomo oltre l’artista. Per un periodo della sua vita Escher ha sofferto di depressione e per aiutarlo la sua famiglia ha organizzato un viaggio in Italia, Italia che l’artista ha percorso in lungo e in largo. La natura per lui era una fonte continua di ispirazione e il nostro Paese con i suoi borghi e paesaggi era un’autentica calamita per lui.

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Non voglio rivelarvi tutto e quindi vi invito ad andare a vedere la mostra. Concludo il post con le parole di Escher.

“Non ho mai voluto rappresentare qualcosa di mistico;

quello che alcune persone giudicano come misterioso,

non è altro che un consapevole o inconsapevole inganno!

Ho giocato ad un gioco,

mi sono sbizzarrito in immagini mentali

con nessun altro scopo se non quello di indagare

le possibilità della rappresentazione stessa.

Tutto ciò che presento nelle mie opere

sono notizie circa le mie scoperte”.

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