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Bacco divino

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Tutto è partito da un Film: “Sideways” di Alexander Payne. Non trovate che di questi tempi durissimi il saggio proverbio latino:  “In vino veritas”  possa suonare come un inno alla libertà, un invito ad alzare di nuovo in alto i calici per decantare le nostre illusioni, per degustare i nostri veri desideri, per cogliere il buquet della vita e scoprire la verità su noi stessi? L’idea del film secondo me è geniale: il vino come elemento di identificazione maschile, il vino è come gli uomini, qualcuno è fragile, altri resistono a tutto.
Pinot Nero: la sua uva ha la pelle fine ed è un vino metereopatico. Non è capace di sopravvivere a dure prove come il Cabernet. Può esser sublime o una tremenda delusione. Basta scorrere il glossario enologico per vedere l’incredibile similitudine tra caratteri e vino. Visti da tutt’altro punto di vista, quello dell?uvaggio, i nostri amici-nemici uomini ci fanno tenerezza. Ridotti a grappoli e vitigni, ci appaiono più indifesi, soggetti al giudizio inappellabile del sommelier. Ecco qualche esempio…Un vino può essere Agreable (senza difetti); Amable (senza difetti e non troppo marcato), Animal (con aromi del regno animale:muschio, cuoio, selvaggina); Austere (privo di buquet); Chalereux (che, per la sua ricchezza alcolica, procura calore); Complet (ben equilibrato); Delicat (fine e dai contorni sfumati); Dur (con eccesso di asprezza e acidità); Fatiguè (che ha perduto provvisoriamente le sue qualità ); Franc (senza ambiguità); Generoux (ricco ma non “invadente”); Grand (di classe); Grossier (senza qualità); Primeur (destinato ad una consumazione rapida); Petit (amabile e famigliare); Tranquille (tranquilli9; neutre (senza personalità); Viril (ben fatto, corposo e potente). Come potete vedere i gusti sono molti, come i caratteri. Il vino da sempre viene paragonato al nettare degli Dei, e se lo si conosce bene può rivelare molto della personalità di chi lo sceglie. Di seguito qualche utile esempio.

L’UOMO BARRIQUE: che sia bianco o nero e qualsiasi sia la nazione di provenienza, non è un tipo socievole. Costretto a invecchiare in piccole botti di legno di rovere, ha sempre sofferto di claustrofobia e, una volta imbottigliato, non si è più ripreso psicologicamente. Non ha sense of humor e la sera preferisce stare “barricato” in casa a leggere libri antichi. Uomo di classe e di molto pregio, si veste in tweed, profuma di maschio ed è un buon conversatore. Ma noiosissimo. La malinconia che lo avvolge ha una sua ragione. Se lo portate in analisi da un sommelier, scoprirete qual era il suo sogno mai realizzato: essere un novello scalpitante al buquet di fragola e ribes.

L’UOMO AMARONE: pomposo, baritonale e veneto doc, porta la extralarge con orgoglio. Forte mangiatore, per cena vuole grandi arrosti, ma anche panini rustici e frutta secca. Semplice e caloroso è capace di invecchiare bene e di dare filo da torcere. Tecnicamente si chiama Amarone non perchè sia amaro, ma perchè non è dolce. Inutile chiedersi chi sia veramente, ogni discussione razionale con lui è inutile! Lasciatelo vivere in pace nel suo mondo del limmerick il non-sense è sovrano e ogni definizione è un limite.

L’UOMO GEWRZTRAMINER: Eternamente indeciso, è uno di quelli che (dice) avrebbe voluto essere nato altrove ma che è aggrappato alle sue radici come una cozza. Vi promette di partire con voi, di cominciare una nuova vita liberandosi da condizionamenti sociali per essere finalmente cittadino del mondo. Ma non si sposta dalla poltrona. Alsaziano d’origine, perde la testa quando gli parlano della Francia, dei tavolini dei caffè sui boulevard. Poi va di nascosto all’Oktoberfest perchè gli vengono i lucciconi quando pensa alle sue origini germaniche. uomo di confine, soffre di crisi di identità e non sa cosa vuole.

L’UOMO SASSICAIA: è quello che tutte diciamo di volere. Moraccione (toscano doc) bello e forte, dai colori rubini e dai rimandi balsammici, è fresco; è potente ma leggero, è senso ma anche nitido, è rassicurante ma non invadente. Sicurissimo di sè e gonfio di Ego, si sveglia pensando a quanto si piace e si corica pensando quanto si è piaciuto. E quando incrocia uno specchio, si passa la mano fra i cappelli, alza il sopracciglio, sorride a se stesso e si fa l’occhiolino sussurrando:”che ganzo che sei!”

L’UOMO SANCERRE: tutto da godere, questo maschio della Valle della Loira, alla bocca è asciutto e nervoso, ma vi promette i sentori floreali della pesca e degli agrumi. Di acidità raffinata e croccante, è uno che va diritto al cuore, che coglie l’essenziale e di cui vi potete fidare. E’ uno che non sta mai nel suo guscio: lui i gusci e le conchiglie, li apre e si gode quel che c’è dentro. Con voi.

L’UOMO BOUCHONNE’: Purtroppo molto diffuso, l’uomo che sa di tappo è riconoscibile solo se avete un palato allenato. Ingannatore e subdolo di natura, può essere il solito dongiovanni, il falso amico/collega. Che sia roso o bianco o brut, si presenta con il colore giusto e l’etichetta giusta. Non volete giudicarlo, aspettate lo fate decantare sperando che a contatto con l’aria perda il suo sentore… e ve lo bevete. Troppo tardi.

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