Events&Co

Eventi = PIL

Il settore della Live Communication genera 65,5 miliardi di euro considerando anche gli effetti sull’indotto e coinvolge oltre 600mila lavoratori. Ogni anno in Italia vengono organizzati più un 1 milione di piccoli e grandi eventi, che occupano il 40% delle stanze degli alberghi, garantendone la sopravvivenza. L’Italia rappresenta la sesta nazione al mondo per impatto economico generato dal settore dei business event. (Dati Astra Ricerche)

Non capisco come le istituzioni non colgano il valore strategico ed ecomonico di questo settore e l’urgenza di sostenerlo. Partendo da questo spunto ho deciso di prendere in considerazione un evento internazionale come l’Eurovision Song Contest per dimostrare praticamente cosa voglia dire per un paese ospitare un evento di portata globale.

L’Eurovision è una grande festa, ma soprattutto è un concorso in cui i Paesi d’Europa si sfidano a colpi di note. Tecnicamente, è un concorso fra televisioni, visto che ad organizzarlo è l’EBU (European Broadcasting Union), l’ente che riunisce le tv pubbliche d’Europae del bacino del Mediterraneo.

Oggi più che mai è una rassegna globale, che vede protagonisti nel 2021 39 paesi: 38 aderenti all’ente organizzatore più l’Australia.

UNA STORIA ITALIANA

Pochi sanno che l’ideatore della rassegna fu un italiano, Sergio Pugliese, nel 1956 direttore della RAI, che ispirandosi a Sanremo volle creare una rassegna musicale europea. La propose a Marcel Bezençon, il franco-svizzero allora direttore generale del neonato consorzio Eurovisione, che mise il sigillo sull’idea: ecco così nascere un concorso di musica con lo scopo nobile di promuovere la collaborazione e l’amicizia tra i popoli europei, la ricostituzione di un continente dilaniato dalla guerra attraverso lo spettacolo e la tv.

IL PUBBLICO

L’Eurovision Song Contest è il programma televisivo (non sportivo) più visto al mondo, con oltre 204 milioni di telespettatori che hanno seguito l’evento per almeno un minuto nel 2016, più quelli dei paesi non in concorso che trasmettono lo show in differita e quelli che lo seguono in streaming (direttamente dal canale YouTube ufficiale).

INVESTIMENTI PUBBLICITARI

Sono previsti tre spazi nei quali ciascuna televisione nazionale può inserire la pubblicità. In alternativa, se si sceglie di irradiare senza interruzioni il programma, come fanno alcune emittenti, ad esempio quella spagnola, in quegli spazi vanno in onda inserti autogestiti dal paese organizzatore, solitamente promozionali della città ospitante o mini documentari su comeil paese vive l’evento.

MEDIA E COMUNICAZIONE

Quando si accetta la partecipazione all’Eurovision si accettano tutte queste regole, non una di meno, compresa la cessione dei diritti d’immagine del cantante. L’Eurovision diventa anche un dvd e l’organizzazione mette a disposizione sul sito una serie di fotografie royalty-free. Il motivo è semplice: più persone parlano di questo evento meglio è per l’evento stesso. Il sito ufficiale dell’Eurovision ha ospitato a lungo i blog dei fan, e produce una serie di video girati dietro le quinte e messi a disposizione sul canale YouTube ufficiale. Non esiste invece una piattaforma ufficiale. La motivazione dell’EBU è chiara: c’è YouTube, perché spendere risorse che possono andare da qualche altra parte?

EDIZIONE 2021 – ROTTERDAM

Rotterdam è stata riconfermata dopo che l’edizione dello scorso anno è stata cancellata per la pandemia da Coronavirus. Al posto dell’Eurovision fu organizzato uno show celebrativo dal titolo “Eurovision: Europe shine a light”, con la partecipazione dei 41 paesi in gara, che andò in onda dagli studi della tv olandese a Hilversum. Già nel corso di quell’evento fu annunciato che la città di Rotterdam avrebbe ospitato l’edizione 2021 dell’Eurovision.

COSTI E RICAVI

Dopo avervi raccontato un po’ di storia, media e comunicazione arriviamo al cuore del post. Cerchiamo di capire (dati alla mano) quali sono i costi e le ricadute economiche di un evento globale come l’Eurovision.

Ci sono leggende metropolitane che raccontano che questo evento sia un salasso a perdere. Non è così, anzi è esattamente il contrario. Con le spese ampiamente ripagate e soprattutto con una ricaduta notevole in termini di turismo, senza contare che soltanto con la poca pubblicità durante la messa in onda dell’evento viene ripagata l’intera spesa della Rai per partecipare (fonte tariffario Rai Pubblicità). In questi tempi di vacche magre, 40.000 camere prenotate fuori stagione sono una manna. Certo ci vuole un’attenta gestione e un’organizzazione al top, ma direi che dopo Expo 2015 abbiamo dato esempio di saperli organizzare bene gli eventi.

Date un occhio a queste tabelle che riportano i costi e le ricadute economiche delle edizioni dal 2019 al 2015.

Merita un approfondimento l’edizione del 2015 che si è svolta a Vienna.

La rassegna eurovisiva è stata una vera manna per Vienna. Sono state complessivamente 100.000 le persone accolte alla Wiener Stadthallee oltre 120.000 quelle accorse solamente alla Rathausplatz, dove aveva sede l’Eurovision Village, dei quali 25.000 nella serata finale. Diverse altre migliaia di visitatori hanno preso parte alle altre 49 visioni collettive dell’evento, delle quali 15 organizzate da ORF. Sono state 7.200 le persone che hanno frequentato l’Euroclub, mentre 3.500 fra delegati, giornalisti e fans hanno preso parte alle Eurovision Nights nella prima settimana eurovisiva. Complessivamente, lo stanziamento comunale è stato di circa 11 milioni di euro, per un costo complessivo della rassegna di 21.7 milioni. Sono stati 1.565 i giornalistiaccreditati che hanno seguito l’evento sul posto e 1.269 i delegati dalle 40 nazioni. I volontari sono stati circa 800 (su 1600 richieste), da 41 nazioni diverse. La ricaduta economica è stata di 27.8 milioni di euro. Bene anche la raccolta pubblicitaria della ORF, aumentata di circa un milione di euro rispetto a quelli che sono i normali introiti del periodo, confrontata all’anno precedente.

Ribadisco, occorre una attenta organizzazione e valutazione del progetto, ma io tifo ITALIA! Da regolamento nessun paese può votare per i propri artisti in gara, ma se avete amici all’estero sapete cosa fare!! QUI è possibile scaricare la App ufficiale dell’Eurovision.

Un po’ perchè i Måneskin sono una ventata di energia e bravura (anche il The Guardian li ha promossi) e un po’ perché portare un evento del genere in Italia si tradurrebbe sicuramente in PIL, lavoro, cultura e sarebbe un volano straordinario per i turismo. Quindi forza Måneskin!!

Vi suggerisco di non perdervi la Finale che andrà in onda su su Rai1 e Rai HD dalle ore 21 (con uno speciale dalle 20:30 circa).

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