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Expo Milano 2015, da sogno a realtà

Ieri è calato il sipario su Expo Milano 2015. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha annunciato ieri durante le Cerimonia di chiusura la fine dell’Esposizione Universale di Milano..

Credete nella legge dell’attrazione? Io sì e molto. Provo a raccontarvi una storia che è una dimostrazione onesta e sincera che il duro lavoro, l’entusiasmo pagano sempre.

Ho cominciato a credere in questo progetto quando tutti erano scettici e pessimisti. Ho studiato e cercato informazioni sulle passate edizioni, non so perchè. Non avevo a che fare direttamente con questo evento. Naturalmente sognavo di poter contribuire e partecipare e per questo come molti giovani mi sono candidata e sono arrivata ad un passo.

Ma poi il sogno si è interrotto. Ma questo non mi ha impedito di crederci ancora, di studiare, di scrivere di questo evento che nel bene e nel male ha cambiato la vita di parecchie persone. Nei mesi prima che Expo incominciasse mi capitava di passeggiare per le strade di Milano, di vedere ogni giorno nuove serrande abbassate, mi capitava di osservare gli sguardi delle persone per strada. Non un sorriso.

Era triste e infinitamente attuale e vero.

Poi un giorno ricevo una telefonata, Expo Milano 2015 anche se non direttamente tornava a bussare alla mia porta. Con umiltà e profonda gratitudine ho accettato una sfida molto impegnativa, ma avevo un bagaglio prezioso con me. Tutto il tempo dedicato e trascorso a studiare e capire una manifestazione di questa portata, tutte le informazioni e il mio entusiasmo mi hanno aiutata.

Piano piano la città di Milano a fatica doveva andare avanti. Lo ha fatto. E con il passare dei mesi passeggiare per Milano era diverso, non ho sentito più l’aria pesante che c’era nei mesi prima di Expo. Era un brulicare di iniziative, scolaresche, vita.

Una manifestazione come Expo non può risolvere i problemi di un paese, ma può ridare speranza. Soprattutto ai giovani. Può ridare valore alle idee, che sono il vero motore di un paese.

Cosa ho fatto in questi mesi?

Ho lavorato, ho ascoltato, ho incontrato occhi e storie. Ho toccato con mano il potere della comunicazione. Comunicazione destinata a milioni di persone.

Come l’ho fatto?

A mani nude, sporcandomele ogni giorno.

Di mani ne ho strette molte, ne ho incontrate talmente tante che credo di aver fatto il giro del mondo.

Cosa resta?

Restano i semi, semi che nei prossimi anni cresceranno. e daranno i loro frutti. Sono semi di conoscenza, di riflessione. I custodi di questi semi sono le nuove generazioni che avranno in mano gli strumenti per rendere questo mondo sostenibile e abbattere le disuguaglianze. Sta a noi proteggere le piccole piantine che nasceranno, continuando il percorso intrapreso con un evento che ha profondamente cambiato la vita di molte persona, la mia compresa.

Lascio la chiusura di questa mia riflessione alle parole di Karl Popper

“Il futuro è molto aperto, e dipende da noi, da noi tutti. Dipende da ciò che voi e io e molti altri uomini fanno e faranno, oggi, domani e dopodomani. E quello che noi facciamo e faremo dipende a sua volta dal nostro pensiero e dai nostri desideri, dalle nostre speranze e dai nostri timori. Dipende da come vediamo il mondo e da come valutiamo le possibilità del futuro che sono aperte”.

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