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Dior Haute Couture – Il Castello dei Tarocchi

Non so voi ma io quest’anno ero davvero curiosa di sapere se Dior avrebbe replicato “Le Mythe Dior”. un corto come quello dello scorso anno realizzato in collaborazione con il regista Matteo Garrone per presentare la Haute Couture primavera/estate.

Le aspettative non sono state deluse e infatti Dior porta l’alta moda nel «Castello dei tarocchi». Il cortometraggio, che in periodo di pandemia ha sostituito la sfilata, è opera di Matteo Garrone, segnando una continuità tra le collezioni, che dopo il mondo abitato da ninfe e centauri della A/W 2020, mantengono un’ambientazione fiabesca e sognante.

Le Château du Tarot” celebra e suggella il dialogo tra la settima arte e il savoir faire della maison, una storia che coniuga il mistero, la magia e la fascinazione per la lettura divinatoria (tanto cara sia a Monsieur Dior sia a Maria Grazia Chiuri).

Quando Christian Dior era lo stilista del momento, la stampa di tutto il mondo faceva a gara per raccontare le sue numerose superstizioni: dai rituali scaramantici eseguiti prima di ogni show agli incontri con le cartomanti per sapere in anticipo il successo delle collezioni. Famosa è la sua abitudine di cucire un ramoscello di mughetto nelle pieghe interne degli abiti come portafortuna.

Ispirati allo splendore dei tarocchi del XV secolo miniati da Bonifacio Bembo per il duca di Milano. Il mazzo – composto di 48 carte di dimensioni 180 per 90 millimetri, con sfondi d’oro e d’argento – appartiene oggi alla Pinacoteca di Brera.

Gli abiti Dior Haute Couture prendono così vita attraverso un viaggio iniziatico che va oltre la realtà, superando anche il sogno per farsi nuova realtà (un viaggio che è anche metafora di consapevolezza del sé).

Castello di Sammezzano – Toscana

Il corto è stato girato nel suggestivo Castello di Sammezzano che si trova in Toscana, più precisamente a Leccio (Reggello, FI). Meravigliosa struttura orientalista unica nel suo genere e non a caso scelta da Dior e Garrone.

Il castello come un labirinto da percorrere dà vita a un’esplorazione onirica in cui la protagonista (interpretata da Agnese Claisse) scopre se stessa e le infinite possibilità legate alle sue scelte, man mano che le si rivelano i vari Arcani Maggiori.

Tutto ha inizio nella stanza di una cartomante. La protagonista estrae una carta: La papessa. In quel momento sarà trascinata in un mondo parallelo, in un castello magico dove le carte dei tarocchi prendono vita, trasportando la ragazza in un viaggio in cui, una stanza dopo l’altra, si troverà faccia a faccia con se stessa.

Gli abiti disegnati da Maria Grazia Chiuri sembrano usciti da una fiaba o da un arazzo: cappe color oro, abiti drappeggiati in leggerissimo chiffon di seta, trasparenze e ricami preziosi con i segni dello zodiaco o con motivi floreali.

Le silhouette degli straordinari abiti da sera diventano montaggi astratti: in alcuni il corpetto è una sorta di bassorilievo traforato, impreziosito dai disegni di Pietro Ruffo. Nel mondo incantato di Dior.

Finzione e realtà, collezione e abiti di scena diventano un tutt’uno, in un mondo che, proprio come le carte dei tarocchi, “si legge all’incontrario”.

Gli Arcani Maggiori sono gli elementi che guidano la protagonista in questo percorso fatto di prove e tentazioni: Il matto la confonde ma allo stesso tempo le infonde la certezza che nessuno può indicarci la strada se non noi stesse, imparando attraverso L’appeso a guardare il mondo da altre prospettive, con nuovi punti di vista. Per arrivare a una ricongiunzione tra ego e alter ego, in una sintesi del femminile con il proprio maschile, annullando dicotomie e duplicità.

Eccola dunque la magia: quel castello dei tarocchi altro non è che il nostro universo interiore, complesso quanto e più della realtà e del sogno, che magicamente trovano armonia e completezza nel percorso metaforico della collezione Dior Haute Couture che si dipana durante il film.

45 abiti magicamente interpretati che sembrano dipinti rinascimentali, ma nella realtà sono il racconto di un antico saper fare presente e tangibile, che la maison e il talento di Maria Grazia Chiuri rinnovano attraverso l’espressività cinematografica. Opere d’arte del contemporaneo che dialogano con il passato e che al pari di quel prezioso mazzo di tarocchi dei Visconti Sforza custodito alla Morgan Library sono essenza divina nella loro stessa realizzazione.

Cosa c’è di più magico se non il mistero della creazione? E cosa c’è di più creativo se non l’arte e la capacità di realizzare certi miracoli sartoriali? Arte, magia e haute coture: un racconto di pura fascinazione e bellezza.

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