Expo guarda ad Oriente
Expo 2015 guarda verso l’Estremo Oriente. Per questa edizione sono già 60 i Paesi che hanno deciso di partecipare all’Esposizione. Sicuramente già un grande successo se pensiamo che nell’edizione di Shanghai del 2010 furono solo 40 ad aderire. A conferma di questo trend positivo sono già stati venduti dai tour operator cinesi oltre 500 mila biglietti. La Cina sarà una delle protagoniste e il suo padiglione sarà “self built” e presenterà in modo spettacolare il passato il presente e il futuro della sua agricoltura che si prepara a sfamare 1,3 miliardi di persone. Aaccanto al padiglione cinese saranno realizzati altre due strutture rispettivamente di Venke (multinazionale del real estate) e di China Corporate United Pavilion (cordata di oltre 20 tra le aziende più importanti del Paese). Diamo un’occhiata ai vari progetti che stanno prendendo forma nel sito di Expo.
CINA
Il concorso per il progetto è stato vinto dallo studio newyorkese Link-Arc è guidato agli architetti cinesi Yichen Lu, Qinwen Cai e Kenneth Nemkung che hanno collaborato con gli studenti dell’università Tsinghua, che hanno voluto realizzare un campo coltivato con un tetto ondulato tipico dell’architettura cinese. Tutta la struttura verrà realizzata con criteri di sostenibilità, infatti l’elemento più utilizzato sarà il legno e in particolare il bambù, con il quale verrano realizzate le grandi tegole del tetto. Proprio il tetto galleggiante è caratteristico di molti edifici cinesi tradizionali, anche se al suo interno conterrà un sistema di illuminazione a led per ridurre al minimo gli sprechi energetici. All’interno del padiglione ci sarà un grande campo di grano, simbolo della cultura agricola cinese, una piazza dove saranno allestiti gli eventi e una mostra e una serie di piattaforme rialzate da dove sarà possibile avere una visione di insieme della struttura. Il tema del padiglione cinese è “Land of Hope” “Terra della Speranza” nel senso che la speranza è raggiungibile attraverso il concetto dell’Armonia, caro alla cultura cinese, un armonia che deve sussistere tra natura e città.
MALESIA
Il progetto è stato realizzato dallo studio Hijjas Kasturi. Per la progettazione gli architetti hanno tratto ispirazioni dai chicchi del riso e dai semi della foresta pluviale malese: il seme ha un forte potenziale evocativo, è una metafora, della vita, della crescita, del viaggio, così come della trasformazione della Malaysia da paese agricolo a paese industriale. Le 4 strutture a forma di chicco/seme sono tutte realizzate con criteri di bio architettura con materiale “green”, esternamente verrà usato un legno laminato prodotto da un’azienda malese, il Glulam che ha la caratteristica di essere molto leggero e versatile. Nella costruzione dei padiglioni un altro materiale di rilievo è lo scarto del riso il “paddy husk” che compattato, riesce a far filtrare la luce ma allo stesso tempo funge da isolante termico non facendo innalzare le temperature all’interno.
THAILANDIA
La Thailandia è famosa per lo street food e nei circa 3 mila mq di questo padiglione tutti avranno l’occasione di conoscere le origini del cibo e la coltivazione del riso, elemento chiave della cucina thailandese. Lo stile architettonico del padiglione si ispira al cappello tipico del coltivatori thailandesi di riso e al ‘naga’, dragone protagonista della letteratura e dell’architettura locali. Saranno quattro i filoni tematici che caratterizzeranno il padiglione: gusto, tradizione di sapori, innovazione e sostenibilità. Una delle strutture che attirerà maggiormente i visitatori sarà sicuramente il mercato galleggiante che ricorderà quello famoso in tutto il mondo di Bangkok.
GIAPPONE
Il tema del padiglione sarà “Diversità Armoniosa” e sarà per l’appunto dedicato alla ricchezza della cultura alimentare giapponese, che si è sviluppata e arricchita nel tempo sempre in armonia con la natura. L’insieme di conoscenze del Giappone, la sua cultura, la sua tradizione possono essere viste non solo come un esempio ma anche come la soluzione per problemi di tutti i paesi. In particolare 4 sono i concetti della tradizione giapponese a cui ci si richiama e che si crede salveranno il mondo: quello del itadakimasu (ringraziamento prima di cominciare un pasto), gochisousama (gratitudine a fine a pasto), mottainai (evitare gli sprechi) e osusowake (condivisione).