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“È il tessuto che decide.” Cristóbal Balenciaga

Voi credete nelle coincidenze? Io no.

Ci sono degli incontri precisi che noi facciamo e li facciamo in un determinato momento della nostra vita. Circa un mese fa sono avvenuti più incontri che se messi in relazione raccontano una storia, una storia come sempre fatta di creatività e scelte.

Cristóbal Balenciaga

Una sera in cui il mio umore non era certo dei più sereni, ricevo un messaggio da una mia cara amica conoscita ai tempi in cui frequentavo lo Ied. Lei seguiva l’indirizzo moda io quello comunicazione. Frequentare una scuola dove le arti e i saperi si mescolano è stata una delle grandi fortune che ho avuto. Ho mantenuto molti rapporti di amicizia nel tempo, soprattutto con chi in qualche modo lavorava con la creatività per altri scopi. Cinema, moda….arte. Torniamo al messaggio……“Ciao Francy, smetti di fare qualunque cosa tu stia facendo e guarda la nuove seie su Cristóbal Balenciaga, non puoi non vederla…..mi ha fatto troppo pensare a te”. Dopo un messaggio del genere e sapendo da chi arrivava….ho cominciato a guardare la serie.

Inutile dirvi che mi ha letteralmente rapita. Iniza lenta ma poi ti prende e ti trasporta in una sorta di altrove creativo. Un percorso graduale in cui chi guarda è invitato ad immergersi in un contesto travolgente che seduce e sbalordisce al tempo stesso.

Due cose mi hanno colpita. La stima, il rispetto e l’amicizia che gli amici cuturier avevano di lui. Parlo di Coco Chanel, Hubert de Givenchy persino di Dior. Tutti riconoscevano in lui il grande Maestro. Lui non era sono in grado di creare ma anche di ideare un abito dall’inizio alla fine.

Un Maestro artigiano sapiente anche nelle minime impunture, nel cucito perfino nello stiro. Lui lavorava l’abito sul corpo della donna. Con il suo gusto straordinario nei volumi e nelle proporzioni riusciva a nascondere le imperfezioni e ad esaltare la bellezza. Un’altra cosa che mi ha colpito è il suo bisogno di esclusività e di riservatezza. Nel 2024 sembra un’eresia ma in realtà negli anni Cinquanta agli inizi dei Sessanta l’escluisività era davvero una prerogativa di tutte le maison della Haute Couture, ma per lui ancora di più che per tutti gli altri. Non rilasciava interviste, non usciva mai alla fine delle sfilate.

Incontrava le clienti nel momento della prova dell’abito. Arrivò al punto di domandare ai giornali di moda di non pubblicare più i bozzetti dei suoi modelli preferendo crearli all’interno della Maison e divulgarli poi in seguito alla sfilata ai magazine.

L’incessante ricerca e sperimentazione, condurranno progressivamente Balenciaga verso una decostruzione delle forme tradizionali per elaborarne di nuove e sempre più stratte.

Più che un involucro per il corpo, gli abiti trovano la loro indipendenza nello spazio come le figure rappresentate dal suo connazionale Pablo Picasso. Le idee prendono forma su fogli volanti, carta da lettere, per poi venire sviluppati in studio dalle sue assistenti, che traducevano le sue intenzioni e ne realizzavano i primi modelli.

A metà degli anni Sessanta con l’avvento del prêt-à-porter è ovvio che la maison si ritrovò ad un bivio: lui non comprendeva la produzione industriale e soprattutto non voleva farla. Chiuse i battenti nel 68′ e morì qualche anno dopo.

Sono davvero tanti gli spunti di riflessione ma come al solito non mi piace svelare tutto. Guardatela. Insegna moltissimo, come reagire nei momenti difficili della vita, come sia fondamentale trovare un equilibrio personale per poter davvero creare meraviglie. Cosa vuol dire fare davvero la differenza.

Il giorno successivo chiamo la mia amica e le chiedo perchè le sono venuta in mente io guardando la serie. Pensavo fosse legato al tema della creatività. In parte era così. Ma le sue parole le ho ancora stampate in testa. “Francy tu hai sempre fatto quello che hai voluto. Se ti dicevano che non era possibile tu trovavi il modo di farlo…..persino quando hai deciso di cambiare il progetto la sera prima della presentazione per quel concorso….e tutti remavano contro, tu hai lavorato tutta la notte e quel concorso lo hai vinto. La tua determinazione non l’ho mai ritrovata. Hai visto quando nella serie il Maestro crea il suo tessuto? Un tessuto che non poteva essere venduto a nessun altro stilista se non a lui, perchè solo lui sapeva come utilizzarlo al meglio?.”

Per ciascuna delle stoffe scelta, il maestro adattava la sua tecnica e conduceva la materia a liberare il meglio di sé stessa. Sotto mani esperte tagliava, componeva e cuciva. In un delicato gioco d’ombre, definiva la struttura delle sue opere, per donare volume e struttura alle sue creazioni.

“Mi ricordo quando per quel concorso hai creato una delle tue mappe. Hai un metodo tutto tuo….non replicabile. E poi Francy, non sei mai cambiata. Ci conosciamo dal 2003 e tu sei cresciuta professionalmente, ma hai mantenuto intatto quall’entusiasmo e soprattutto sei sempre stata te stessa. Non hai mai sgomitato nella vita, se entravi in una stanza e parlavi ti vedevano comunque.”

Ho concluso la telefonata in silenzio e l’ho salutata. Mi ha ricordato un episodio che avevo dimenticato ….

La parrucchiera

Esattamente una settiamna dopo mi sono ritrovata ad entrare nel negozio di una perrucchhiera per farmi fare una piega. Avevo un appuntamento importante e volevo presentarmi al meglio. Parlando con questa donna ho condiviso con lei che per me era un giorno importante….guardandomi nello specchio mi ha detto che le sembravo stanca. Lo ero. Mentre finisce di farmi la piega mi racconta il suo momento di vita. Era in affitto da sempre e voleva comprare casa….erano mesi ormai che guardava appartementi. Non decideva mai. Un giorno si è messa a smontare i mobili nella casa in cui era in affitto. La osservo stupita e le chiedo perchè avesse fatto una cosa del genere. Per rendermi la vita scomoda e mettere il mio cervello nelle condizioni di dover trovare una soluzione e a breve. La vita a volte gioca davevro con noi e non sapete nemmeno quanto lo abbia fatto quel giorno con me. Prima di salutarla mi ha augurato il meglio e mi ha detto che io on avevo bisogno di fortuna perchè ero bella piantata sulle mie gambe e sapevo quello che stavo facendo. La fortuna serve a chi sta per compiere un azzardo. Sono uscita da quel negozio con un regalo enorme e di sicuro tornerò per ringraziarla.

Il cambiamento è qualcosa che costa, costa motissimo perchè ti obbliga spesso a ricominciare….ma se mi guardo indietro mi rendo conto che ho seminato molto e bene. Forse ho davvero vissuto più vite, ma rimanendo fedele a me stessa. La parte più difficile in ogni lavoro e fare in modo che ci sia aderenza tra la propria figura professionale e quella personale. Alcuni potrebbero scambaire queste parole per “fuffa”, ma immaginate cosa succede se fuffa e contenuto si incontrano e si fondono.

E ricordate che è sempre il tessuto che “decide”. Già perchè c’è differenza tra decisione e scelta. Vi faccio un esempio….se andate al ristorante voi potete scegliere dal menu. La decisione è fare il menu. Queste parole non sono mie ma di Andrea Pontremoli, un visionario contemporaneo.

P. s Vi lasco con due citazioni …di Rick Rubin:

“Tutto ciò che conta è che stai realizzando qualcosa che ami, al meglio delle tue capacità, qui e ora.”

“Cerca ciò che noti ma nessun altro vede.”

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