Photography,  Stories

RENATO GRECO

Ho conosciuto Renato Greco attraverso la sua musica, poi con il tempo ho scoperto altre due passioni che abbiamo in comune: la fotografia e i viaggi. Renato coglie la realtà in modo molto personale e attraverso le sue fotografie riesci a viverlo un luogo o un’emozione. Lo ringrazio molto per aver scelto di raccontarsi sul mio Blog.

Chi è Renato? hai 140 caratteri a disposizione e 1 scatto

Facendo un bilancio dei miei primi 40 anni posso dire di essere una persona che ha cercato di riempire la vita con le proprie passioni per non doverle relegare a hobby.

Come nasce la tua passione per la fotografia?

Come per la musica, trasmessa per osmosi involontaria dal papà, a 12 anni mi sono accorto della reflex meccanica che avevamo in casa e ho anche preso in prestito la biottica del nonno. A 15 anni mi sono fatto regalare la mia prima camera oscura e poi è stato un crescendo, con alti e bassi.

Quali esperienze decisive hai avuto nel corso dei tuoi viaggi?

Le esperienze decisive sono state non solo nei viaggi, ma soprattutto nella formazione culturale collaterale, studiando architettura a Venezia, frequentando l’ASAC (Archivio storico delle Arti Contemporanee) quasi quotidianamente, scoprendo il cinema e così via. Sono convinto che il vero modo per capire quello che si sta facendo sia intrecciare la storia delle discipline artistiche e non ragionare mai a compartimenti stagni.

Spesso uno scatto fotografico riesce a descrivere una situazione meglio di molte parole. Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto? Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/luoghi che vuoi ritrarre?

La fotografia è uno status mentale costante per me, si osserva il mondo pensando a come decifrarlo; io leggo e vedo la fotografia (ma non solo) attraverso l’intenzione che contiene, per me è la chiave di tutto, può essere formale, documentale,  estetica,  narrativa e così via, ma qualunque giudizio o decisione deve derivare da un’intenzione. Nel mio caso cerco di essere invisibile e veloce, penso che l’unica componente che va aggiunta allo scatto sia quella della scelta estetica, mentre ho un’inclinazione a conservare intatta la realtà che incontro davanti all’obiettivo. Il mondo è talmente ricco di storie, di persone, di luoghi, di momenti particolari che non ha senso stravolgerle, basta cercarle e provare a raccontarle. In fin dei conti la fotografia è solo uno dei tanti frames che ci passano davanti agli occhi ogni istante.

 

Che funzione può avere secondo te la fotografia al giorno d’oggi, visto che siamo bombardati ogni giorno da milioni di immagini?

Il caos mediatico attuale da un lato disorienta, da un altro secondo me rende trasversale e accessibile questo strumento, poi l’uso che ognuno deciderà di farne fa la differenza in termini di qualità. Resta ancora fermo il fatto che un’immagine può essere una finestra dalla quale leggere una storia, e questo costringe l’osservatore a pensare, ad interagire attivamente. E qui si torna a quel quid dell’intenzione che diventa una chiave di lettura.

Prova a raccontare la tua vita attraverso uno scatto

Questo ultimo anno è stato (fotograficamente parlando) come mettere a fuoco quello che poteva essere il linguaggio che mi rappresenta, vedo gli scatti fatti precedentemente e vi leggo un seme di quello che ora ho capito più lucidamente, era ancora tutto opaco, non consapevole, ora mi è molto più chiaro cosa voglio dire, come e cosa voglio raccontare ed osservare.

 
Sfide per il futuro?

Sto costruendo un archivio di immagini soprattutto per me stesso, credo sia sempre utile la sintesi e la revisione del proprio operato. Un sogno nel cassetto sarebbe quello di poter viaggiare di più, ho iniziato tardi purtroppo e ho voglia di recuperare il tempo perduto.

Ecco dove potete seguire Renato:

http://renus73.tumblr.com

http://renatogreco.blogspot.it/

 

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