Mindset creativo – I can see the sun
Il mese scorso ho compiuto 44 anni. Tempo di bilanci? Non ne ho mai fatti visto che sono sempre in viaggio. Preferisco concentrarmi sul percorso, questo mi permette di avere un punto di vista sempre diverso.
Alcuni di voi che mi seguono da anni mi hanno scritto chiedendomi come mai non pubblico più contenuti con la stessa regolarità degli anni passati. Ho molto apprezzato l’interesse che avete dimostrato nei miei confronti e nei confronti di questo blog. Vero è che per alimentare un blog e condividere contenuti interessanti è necessario mettersi in cerca e il tempo è una condizione necessaria. Scrivere per me è come suonare un pianoforte. Farlo per farlo non ha senso per me. Devono esserci le condizioni emotive per poter “creare”. Poi vi invito a pensare che per poter coinvolgere le persone con le vostre storie o riflessioni occorre prima di tutto coinvolgere voi stessi. Fare nuove esperienze è la chiave che alimenta la mia creatività.
In questo post vi parlo di creatività e futuro.
Qualche giorno fa, mentre rientravo a casa in treno, ho perso la mia fermata per “colpa” o “merito” di questo video. Prendetevi il tempo necessario e guardatelo fino alla fine.
David Popa è un artista straordinario che lavora spesso sulla terra e sul mare, in particolare sulle banchise fratturate del Baltico, per realizzare ritratti su larga scala e murales figurativi che tracciano connessioni tra l’effimero della vita umana e l’ambiente. L’uso di queste tele non convenzionali è nato dal desiderio di avventura e di gioco infantile, quando Popa ha indossato una muta, è salito sulla sua tavola da paddle e si è avventurato in una massa ghiacciata.
Questi spazi erano così misteriosi e interessanti. Ho tratto un’enorme quantità di ispirazione dall’andare in questi luoghi eterei. Dopo aver scattato alcune foto con il drone delle aree, ha iniziato a lavorare, spruzzando i contorni di una guancia o di un labbro sulla materia ghiacciata.
David Popa
Sono rimasta folgorata dalle sue opere e da questo video perché sono una perfetta metafora per descrivere a che punto siamo con la creatività, soprattutto in Italia.
È difficile prevedere il futuro. In effetti, molte persone finiscono per perdersi in un mare di complessità cercando di inchiodare il percorso in un mondo instabile e frammentato.
Personalmente tendo a concentrarmi sulle cose che non cambieranno e a costruire processi che consentano di essere agili in modo che cambino rapidamente per navigare in scenari in continua evoluzione. Quando penso al futuro della creatività, penso subito al fatto che le grandi idee continueranno a dominare. L’unica via percorribile è trovare grandi idee che aiutino la propria realtà lavorativa. Le idee vengono prima, dettano l’investimento, tutto.
A mio avviso, le grandi idee e la capacità di essere agili sono al centro della creatività di ieri, di oggi e di domani.
Se vuoi essere rilevante, devi tenere costantemente in considerazione il contesto attorno al tuo business. Devi essere aggiornato, devi saper identificare lo Zeitgeist (dal tedesco, lo spirito del tempo, per indicare la tendenza culturale predominante in una determinata epoca). E devi essere in grado di ideare e adattarti velocemente. Dall’idea all’esecuzione in poche ore, non in mesi.
Le aziende, piccole e grandi, per essere competitive oggi devono innovare e devono farlo con un approccio creativo, umanistico e human-centered. Gli obiettivi finanziari e tecnologici non possono più essere il fine ultimo, devono diventare prima abilitatori, poi amplificatori, ed infine risultati.
La pandemia ha ri-settato le priorità di noi esseri umani: c’è più interesse per l’uomo e per le emozioni, meno tolleranza per la superficialità e la banalità. Sentiamo tutti più bisogno di trasparenza, coerenza e modelli etici chiari. Realtà che saranno davvero partner di business non si limiteranno a crerere progetti ma proporranno grandi idee che genereranno grandi opportunità.
Credo che molte realtà nel campo della cominicazione, degli eventi e della pubblicità dovranno fare i conti con la realtà e che dovranno cambiare i loro profili, formare i loro team su nuove competenze e cambiare i loro processi di lavoro. Ma dovranno cambiare la cosa più importante: la loro mentalità.
Il lavoro creativo di David Popa sembra effimero, ma non lo è perché è fatto di ricerca continua. Di continui esperiemnti che generano meragiglia e ispirazione in chi osserva.
Il titolo di questo articolo fa riferimento alla capacità di vedere il sole. Dopo la pandemia e i conflitti mondiali in corso è diventato sempre più difficile vedere il “sole”. Sappiamo che c’è, spesso lo avvertiamo ma non ne sentiamo il calore sulla pelle. Quando vi capita di vedere il sole cercate di concentrarvi e di trattenere il più possibile le sensazioni che provate. Vi torneranno utili in momenti incerti come questi. Dovete riuscire a proiettare quella luce e quel calore intorno a voi per ricordare a chi vi circonda che il sole non è mai andato da nessuna parte, bisogna solo saperlo “vedere”.
Il sole genera sempre nuovi frutti.