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Moda, oltre l’apparenza

Voglio partire da una citazione di Claudio Calò e che potete trovare nel suo ultimo libro che vi consiglio di legggere: “La sfilata di moda come opera d’arte”, edito da Einaudi.

La sfilata di per sé è molte cose assieme, e nessuna. Otto in particolare: un video musicale, un teatrino di carta, un documentario, una piccola esibizione effimera per pochi spettatori, una costosa seduta psicoanalitica di gruppo, un gesto politico. Guardare, guardarsi, essere guardati…

Claudio Calò

La moda è molte cose: arte, comunicazione, business, artigianalità e saper fare, leggerezza ma anche riflessione e protesta. Guardare, guardarsi e essere guardati. In effetti se osserviamo le ultime sfilate di Parigi possiamo tranquillamente leggere il passato, il presente e il futuro.

Questo libro è davvero interessante perché attraverso scenari planetari e racconti di singoli eventi o incidenti raccolti spesso dalla viva voce dei protagonisti – come la storia del termine mannequin o il segreto della camminata di Naomi Campbell – racconta l’affresco di quel mondo sconosciuto che è sotto gli occhi di tutti. La moda appunto.

Claudio Calò si occupa di comunicazione di moda con incarichi presso Ralph Lauren a Ginevra ed Emilio Pucci a Firenze. Quindi assume la direzione globale della comunicazione del gruppo Armani a Milano. Oggi è consulente strategico per alcuni marchi come Umit Benan e insegna comunicazione presso i master di Fashion Promotion, Communication & Media e Fashion & Luxury Brand Management dell’Istituto Marangoni di Firenze. Ha collaborato con Lampoon e Vogue Italia.

Il Rinascimento di Caterina de’ Medici per Maria Grazia Chiuri, enigmatici simbolismi per Jonathan Anderson, la nuvelle vague per Virginie Viard, giochi di acqua e di luce per Antony Vaccarello, i tagli di Lucio Fontana per Pierpaolo Piccioli, il massimalismo dei dettagli per Nicolas Ghesquière e l’avanguardia cinese per Miuccia Prada. L’arte in tutte le sue declinazioni e forme ha pervaso le ultime sfilate. Attraverso le sfilate e le performance degli artisti coinvolti possiamo sicuramente comprendere il mondo che ci circonda. Vi faccio alcuni esempi.

DIOR

Ritratto di Caterina de’ Medici, Parigi, Louvre.

Figura complessa e controversa quella di Caterina de’ Medici, nobildonna italiana che appena quattordicenne andò in sposa a Enrico d’Orleans diventando regina di Francia nel 1547 e una delle donne più potenti d’Europa. Proprio a lei, conosciuta anche come la Regina Nera per il lutto che indossò nei trent’anni successivi alla morte del marito e per la sua passione verso le scienze occulte, ha guardato Maria Grazia Chiuri per disegnare la collezione P/E 2023 di Christian Dior, ispirata alla storia dell’arte alla cultura dell’epoca tardo rinascimentale di cui la regina italiana divenne un simbolo. Fu una delle prime persone a capire l’importanza della moda per promuovere il proprio potere. Un chiaro omaggio al “potere” e intelligenza delle donne.

Dalla sfilata P/E 2023 Christian Dior ispirata a Caterina de’ Medici Kristy Sparow/Getty Images

Nel corso del Novecento Caterina de’ Medici venne riabilitata e studiata con grande interesse, tanto da mettere in luce le sue doti di mediatrice, di donna determinata e saggia, che seppe contare sulle sue forze. Ne sono una prova numerose biorgrafie che raccontano come la regina, spinta dalla volontà di pacificare il Paese e rafforzare il potere della Corona, viaggiasse in tutta la Francia, tessendo rapporti e alleanze.

VALENTINO

Foto Ansa

La diversità della belleza rimane al centro della ricerca di Pierpaolo Piccioli che attraverso la sua ultima collezione ci invita a svelarci e ad aprire quella tela che ci protegge per andare oltre proprio come faceva Lucio Fontana con i suoi profondi tagli. Lo stilista ha pensato alle nuove proposte, con l’idea di aprirsi a tutti gli individui, abbracciandone la diversità.

“Liberati della struttura e vedrai cosa c’è dentro”. Nella nuova collezione tagli e trasparenze rivelano le persone, ovvero un casting preso dalla strada, con volti nuovi e personalità diverse. Poi ancora la scelta del monocolore, funzionale allo scoprire altre particolarità. Infatti, il titolo della collezione è Unboxing, perché “Quando apri qualcosa – spiega lo stilista – hai una percezione personale di ciò che c’è dentro”.

LOEWE

Omaggio alla Pop Art e al suo dirompente simbolismo quello che ha presidiato la passerella di Loewe, dove le forme dell’inquietante anthurium sono diventate una vera ossesione grazie alle visioni dello stilista Jonathan Anderson. Per la nuova collezione, la ricerca si basa sulla tensione e il rigore sensuale del fiore, un prodotto della natura che diventa un elemento di design. Lo stilista apre un dialogo tra natura e tecnologia, tecnologia che compare sottoforma di pixel che definiscono hoodie in knitwear, t-shirt e pantaloni scivolati.

BALENCIAGA

Tanto rumore anche per la sfilata di Balenciaga dove Demna (Direttore creativo) ha presentato il suo “Mud Show” in collaborazione con l’artista spagnolo Santiago Serra (noto per le sue opere di denuncia) dando vita a una spiegazione sulla sua visione del mondo della moda, con una dichiarazione lasciata sui seat degli show, che racconta perché le etichette non sono più interessanti, che la moda è individualismo e non omologazione, dove il messaggio è “fate l’amore non la guerra”. La sfilata di Balenciaga nel fango rappresenta un pantano post-apocalittico in cui Demna svincola gli abiti dalle parole e scava nella verità della moda. Con la collezione primavera estate 2023 Demna ha liquefatto ogni parete e in Balenciaga ha disegnato il coraggio e la persistenza di rincorrere un’identità, tutt’altro che costante, coerente nell’incoerenza, mutevole, fluida, soggetta all’influsso del mondo esterno.

La passerella di fango di Balenciaga di Santiago Sierra, ha enfatizzato l’atmosfera già visivamente potente attraverso un profumo ideato da Sissel Toolas e derivato dalla molecola di petrichor capace di evocare l’odore della terra bagnata. Ironia e sincerità, moda macchiata di fango: un riflesso di come ci muoviamo nel mondo oggi, ridendo per i meme mentre assistiamo alle atrocità della guerra. Balenciaga by Demna ricorda che, alla fine, puoi farne quello che vuoi.

La moda è un’arte visiva e tutto ciò di cui abbiamo bisogno è che sia vista attraverso gli occhi di qualcuno… nel migliore dei casi, non dovrebbe aver bisogno di una storia per essere venduta a qualcuno. O ti piace, oppure no.

Demna

MIU MIU

In una liaison creativa tra gli abiti di Miuccia Prada e i visual sognanti dell’artista Shuang Li, la primavera estate 2023 di Miu Miu sfila a Parigi, all’interno del Palais d’Iéna.

Ho voluto esplorare lo scopo della moda, la sua ragione. La sua utilità nella società e nella cultura di oggi.

Miuccia Prada

In un momento storico particolarmente complicato la stilista decide di dare spazio ad una semplicità complessa. Miu Miu ci racconta una favola in cui la protagonista è la contemporaneità riflette sul presente.

Ogni messaggio è una traduzione, ma nulla è mai stato tradotto. Sono interessata alla nozione della traduzione: come tradurre un sentimento, uno stato d’animo, un concetto, in un oggetto. Questa collezione riguarda la moda nata dalla realtà, e nata per la realtà, per essere reintrodotta in quel contesto. Perché i tempi sono difficili, non significa che non si debba creare. Ma dobbiamo assicurarci che ogni pezzo abbia uno scopo e una ragione. Non è tempo di moda senza senso.

Miuccia Prada

Vi lascio con una citazione

La moda – il nostro modo d’essere – è l’autoritratto di una società, l’oroscopo che essa stessa fa del suo destino.

Ennio Flaiano

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