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Hilton Rome Eur La Lama – Tra sogno e realtà

Il mio lavoro mi porta spesso a viaggiare ed è uno dei motivi per cui l’ho scelto. Viaggiare ti apre la mente e ti permette di ascoltare storie ed esperienze altrui che sono un arricchimento continuo.

Ultimamente qualcuno mi ha ricordato che è come se avessi vissuto più vite…..forse è così. Ho 44 anni e ho visto e fatto moltissime cose, quello che forse stupisce (me stessa prima di tutto) è che l’entusiasmo è ancora intatto. Quella scintilla è esattamente dove deve essere, un po’ come la fiammella che arde nel film di animazione “Il Castello errante di Howl” di Hayao Miyazaki. Ogni volta che uno dei protagonisti gira la maniglia della porta del castello non sa mai dove lo porterà.

Questa volta sono arrivata a Roma e ho avuto l’opportunità grazie ad Hilton Group di vivere un’esperienza speciale. Dico speciale perché molto spesso la differenza la fanno i compagni di viaggio e i miei erano speciali.

Diciamo che il mio personale “castello” è stato l’Hilton Rome Eur La Lama.

Una scultura di vetro tra cielo e terra, esempio di maestria architettonica creata dall’architetto Fuksas. Se guardate questa foto capirete perché. L’hotel sembra fondersi con il cielo e ne diventa una sua estensione.

La prima cosa attira la mia attenzione verso una location è la facilità con cui la si raggiunge. Chi organizza eventi lo sa molto bene e la Lama si raggiunge dalla Stazione Roma Termini con la metro B, fermata Eur Fermi. Basta uscire dalla metro, girare l’angolo e vi trovate davanti l’hotel in tutta la sua imponenza.

La seconda cosa che noto è se i dipendenti sorridono. Sono arrivata da sola, senza il mio gruppo….(mettiamola così, per un disguido tecnico 😃). Mi hanno riservato gentilezza e attenzione.

La terza cosa che mi rimane impressa di solito sono i colori e la primissima sensazione quando entro. Varcare la porta del nuovo Hilton Rome Eur La Lama è come fare un viaggio nell’arte perché i suoi ambienti sono arricchiti da opere d’arte.

L’atrio è ampio e luminoso e volgendosi verso il desk della reception, l’occhio viene, quindi, rapito dal grande mosaico monumentale, realizzato da Marilù Rebecchini, che celebra gli scorci e i monumenti più identificativi della città Roma. Quando la luce filtra attraverso le ampie finestre il mosaico sembra prendere vita, perché le tessere assumono mille sfumature di colore.

Come non rimanere colpiti dalla scultura di Arnaldo Pomodoro, una stele in bronzo che si protende verso l’alto, un obelisco che guida lo sguardo nel grande vuoto di assoluto effetto, fin su al 16mo piano.

Particolare attenzione è stata data alle miscele di colori che caratterizzano i diversi ambienti e pezzi unici creati su misura che rapiscono lo sguardo, come le opere in bronzo di Osanna Visconti di Modrone, dai paraventi che filtrano l’ingresso al Lounge Bar, all’imponente opera sulla parete del lungo banco bar, fino al tavolo in bronzo della Library. Per un istante mi è sembrato di essere all’interno di una delle pagine del Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald.

l gioco di luci fa la sua parte, dalla luce naturale filtrata attraverso le ampie vetrate alle diverse lampade a ravvivare gli ambienti, come le particolari sfere luminose cristalline dalle sfumature ocra e bronzo che movimentano l’atmosfera del Lounge Bar o l’imponente lampadario della Library a creare un ambiente più raccolto, rendendo questi ambienti aperti al pubblico.

Il fascino della struttura si può ammirare da una prospettiva diversa salendo ai piani superiori, attraverso gli ascensori panoramici, che aprono sui ballatoi con vetrate per ammirare dall’alto la hall: da qui i gioco di colori e contrasti fa da guida verso le camere degli ospiti dove tutto è studiato nei minimi dettagli, permettendo di godere della propria camera, con una visuale sui diversi angoli del quartiere e della città, grazie alle vetrate schermate che, salendo piano per piano, portano lo sguardo sempre più lontano. Quello che ho adorato era la luce del mattino che filtrava dalle finestre del ballatoio, era come essere accarezzati dai raggi del sole, una sorta di saluto gentile.

Passiamo all’esperienza. La mia camera al 14* piano era ampia e luminosa e ad accogliermi ho trovato un kit di benvenuto che mi ha fatto subito venire in mente “Alice nel Paese delle Meraviglie”: Eat me, drink me…..grazie al simpatico video tutorial mi sono preparata il mio drink e ho assaggiato un goloso macaron.

Voi conoscete i letti Hilton? No? Allora non avete mai sperimentato la vera comodità. Ampi e comodi. I colori e il mix sapiente di stili del mobilio rendono ogni camera di questo hotel diversa eppure uguale per atmosfera.

Linee pulite e bagno come piace a me, doccia ampia e attenzione all’ambiente. Lo shampoo, il sapone o la lozione corpo erano contenuti in dei dispenser ricaricabili.

Uno dei momenti che preferisco durante la giornata è la colazione perché ha il potere di mettermi di buon umore e credetemi quando i dico che l’area della colazione dell’Hotel mette estremamente di buon umore. L’ambiente è molto accogliente e ci sono diverse isole tra cui perdersi. C’è anche la possibilità di creare la propria centrifuga al momento!

Che dire, le mie papille hanno fatto la ola con il ciambellone…avete presente tipo quello della nonna? Morbido soffice e che profuma di limone? Quello! Ho fatto il bis, lo ammetto 😃

L’hotel si trova in un quartiere molto interessante, Eur. Ricco di storia e molto bello dal punto di vista architettonico. Ho molto apprezzato il tour che abbiamo fatto grazie ad Hilton. Ho scoperto una parte di Roma che non conoscevo fino in fondo.

Caso vuole che durante la mia visita presso questo hotel, proprio nella splendida cornice del Laghetto delle Cascate-Giardino dell’EUR, fosse stata allestita la mostra: “This is Wonderland”.

Vedete, con il lavoro che ho scelto a volte capita di non riuscire a fare tutte le esperienze che vorrei….questa era una di quelle che tanto volevo fare e quindi grazie a questa occasione sono riuscita a vivermi questa “esperienza luminosa”. Una volta mi hanno chiesto: ma se tu fossi uno dei personaggi della storia, quale saresti? La serratura, che domande…. Tutto è possibile!

Perdersi tra quei giardini e quelle sculture luminose mi ha fatto tornare bambina e mi ha fatto capire che non conta solo la location ma anche l’esperienza che lo accompagna perché quel ricordo è così che si aggrappa alla mente.

E poi ho di nuovo girato la maniglia della porta e sono arrivata ai “Castelli Romani”, come? Grazie alla splendida cena organizzata per noi e preparata dallo Chef Manuel Carbone e dalla sua brigata! Chi mi conosce lo sa che uno dei mie cibi preferiti è pane e pomodoro, perché mi riporta alla mente quando da bambina aiutavo i miei nonni a fare la salsa di pomodoro.

Aspettavo tutto il giorno prima di potermi gustare la mia meritata fetta di pane croccante e pomodoro. Ecco, i pomodori marinati dello Chef erano uno spettacolo. Semplici ma profumati all’inverosimile e mi è molto piaciuto quando lo Chef ci è venuto a salutare e ci ha raccontato che per il menu della cena si era proprio ispirato alla tradizione e ai suoi ricordi di infanzia. Il cibo è sempre legato ai ricordi. Anche il sottofondo musicale mi è piaciuto molto, la chitarra sapientemente suonata da Jacopo Mariotti. Credetemi, balsamo per le orecchie.

Della visita al centro Congressi la Nuvola vi parlerò in un altro post. Location davvero particolare ed unica che si può raggiungere dall’Hotel.

Roma è un museo a cielo aperto e lo capisci ancora di più quando scopri angoli nascosti. Grazie ad un tour della città che è partito da Piazza Venezia, ho scoperto un luogo di pace e bellezza.

Nel cuore di Roma, a pochi metri dal caos urbano, c’è una vera e propria oasi di pace: il giardino di Palazzo Venezia. Basta varcare uno degli accessi monumentali ed in pochi secondi i vostri sensi saranno completamente appagati: passerete dal fastidioso rumore dei clacson allo scorrere dell’acqua e al verso dei pappagallini.

Roma è tutta bella ma osservarla dall’alto la rende ancora più speciale e quindi godersi un aperitivo da una delle sue mille terrazza è stato davvero piacevole anche perché la temperatura era davvero gradevole. Una sorta di giardino segreto che ha fatto da cornice ad un momento di relax.

Il mio viaggio si è concluso con un bellissimo pranzo presso l’ultimo piano dell’Hotel Aleph Rome, Curio Collection. Forse era questo che intendevano con “Dolce vita” e “Vacanze romane”!

Un piccolo grande gioiello nel vero senso della parola. Non puoi sbagliarti, sai che sei arrivato in questo hotel grazie al profumo che ti accoglie e allo stile inconfondibile degli arredi.

Che dire, molto presto vi porterò ancora una volta con me, vi lascio due indizi: una maschera e del marmo bianco.

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